Capolavoro assoluto. Parole banali ma inevitabili.
Confesso che ho iniziato la lettura con animo sospettoso per via del carattere leggendario con il quale è descritto, soprattutto da parte di mamme e nonne. A oggi posso dire che mi ha appassionata a tal punto da scalare rapidamente la classifica dei miei libri preferiti raggiungendo la vetta.
Margaret Mitchell ha scritto questo solo romanzo, ma ci ha concentrato storie splendidamente costruite d’amore, guerra, disperazione, orgoglio e pregiudizi sociali.
E l’arma vincente: una protagonista lontana da qualsiasi prototipo di eroina, assai troppo spesso dipinta come virtuosa fanciulla. Ma non la giovane O’Hara.
Rossella è viziata, presuntuosa, capricciosa,perfino ignorante, salvo che in fatto di occhi dolci e civetterie. Innumerevoli volte, pagina dopo pagina, la si rimprovera, la si biasima; eppure… Eppure ha un’intelligenza, un’energia, una forza d’animo che ti rapiscono. Oltre 800 pagine sono portate avanti dal suo carattere impetuoso. Pochi sarebbero in grado di sopravvivere a ciò che la vita le rovescia addosso riuscendo a rialzarsi, aggrappandosi al solo pensiero che , in fondo, “domani è un altro giorno”. Ed è vera, sempre coerente con se stessa.
Ad affiancarla numerosi personaggi altrettanto interessanti: Ashley, giovane letterato, educato, meraviglioso sotto ogni aspetto, ma debole di carattere abbastanza da sposare una donna che non ama e da combattere una guerra in cui non crede. Melania, tutta bontà e fiducia, con un animo da combattente celato dalla dolcezza degli occhi. Mamma Elena, col suo segreto sepolto nel cuore. Poi Mammy, zia Pitty, babbo Geraldo… Ogni singolo personaggio è un mondo curato nei minimi dettagli. E infine Reth; non mi innamoravo del protagonista di un romanzo da quando, da adolescente, persi la testa per Mr Darcy (Orgoglio e pregiudizio)e, ebbene si, Ronald Weasley (Harry Potter). Non aggiungo altro. Non è forse sufficiente?
Per cui confermo il mito, e vi affianco tutto il mio entusiasmo. E ringrazio la nonna, per uno dei regali più belli che mi abbia mai fatto.
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