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Archive for agosto 2013

TheLandofStories

Chris Colfer, l’autore, è ancora più conosciuto con il nome di Kurt Hummel, personaggio che interpreta nella serie televisiva “Glee”.

Sono sincera, sono una grande appassionata di questa comedy americana, per lo straordinario talento dei suoi interpreti, ma soprattutto perché va a toccare una serie di corde verso cui sono particolarmente sensibile, non ultima il coraggio di credere nei propri sogni e di seguire il proprio cuore, anche quando la strada verso cui ti indirizza non è delle più facili e soprattutto delle più accettate.

Detto ciò, non significa che sono pronta a fiondarmi in libreria per qualunque cosa uno degli attori decida di mettere nero su bianco. Al contrario, in questi casi il mio naso si storce facilmente.

Questo ragazzo in particolare però, che in età più giovane della mia ha già fatto grandi cose (lo dichiaro con palese invidia), ha sempre stimolato il mio interesse.

Quando Chris Colfer si è presentato a sostenere il provino, Kurt non esisteva affatto nella sceneggiatura originale di “Glee”.

Gli autori della serie hanno visto qualcosa in lui che li ha convinti non solo ad ammetterlo nel cast, ma anche a creargli un personaggio su misura.

Quando la stessa persona si getta poi nel mondo della letteratura con un’opera particolare come un libro di fiabe, pensi che davvero valga la pena scoprire quello che ha dentro. Credo che infatti ogni artista metta qualcosa di sé nella propria creatura.

Quello che però mi ha definitivamente conquistata, nel mio vagare tra gli scaffali della libreria, è stata la citazione di C. S. Lewis che è stata inserita nella pagina che precede l’inizio del racconto: “Some day you will be old enough to start reading fairy tales again” (un giorno sarai grande abbastanza da cominciare di nuovo a leggere le favole).

Colpita e affondata.

Il testo poggia su basi molto solide e collaudate, quali le fiabe di Andersen e dei fratelli Grimm.

Le influenze, dichiarate e non, sono molte e ben evidenti. Quando una persona è ancora così giovane e in pieno corso di formazione credo che la cosa sia inevitabile.

A ciò che è stato già raccontato Colfer aggiunge però anche un po’ di farina del suo sacco, rivelandosi un autore che, quando sarà maturo e se continuerà a scrivere, avrà molto da raccontare.

Terminata la lettura, il mio interesse nei confronti del ragazzo si è ancora accresciuto.

La sensazione che si ha sempre più forte di pagina in pagina, è che l’autore stesso provi il desiderio di vivere lui in prima persona le avventure dei propri protagonisti.

Che Alex e Conner siano i due aspetti della sua personalità? Un’ipotesi personale e sicuramente azzardata, tuttavia non impossibile.

Il giornalista di “USA today” che ha definito il mondo di Colfer più magico di quello di Disney mi sa che di Disney ha capito molto poco (volendo esprimersi finemente), ma è vero anche che il libro è piacevole, ben costruito, dolce… E magico.

Letto in lingua originale rappresenta inoltre un ottimo esercizio per l’inglese, perché il linguaggio usato è semplice e lineare.

Spero che la fama di Chris Colfer porti i bambini e gli adulti di oggi a mettere da parte computer e videogiochi per qualche ora al fine di riscoprire le vecchie fiabe, che, come ci ricorda l’autore stesso, non sempre hanno un lieto fine, ma hanno sempre tanto da insegnare.

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mondadori_-_guida_galattica_per_gli_autostoppistiUna geniale ed esilarante fusione di fantascienza e humor.

Adams sembra essersi seduto qualche mese in un bar altamente frequentato ad osservare il traffico di esemplari (almeno teoricamente) sapiens, per poi riunire tutte le contraddizioni e le stravaganze umane in un libro.

Ne ha trovata una tale abbondanza da averci creato un intero universo. Eh beh.  Stupore cercasi.

E’ noto, la definizione di “universo”, descrive un qualcosa di estremamente grande.

Ora, supponiamo qualcuno desideri farsi un giretto turistico del suddetto universo: il viaggiatore medio ha limitate disponibilità di tempo (le ferie sono quelle che sono, noi gente degli anni 2000 ne sappiamo qualcosa), per cui gradisce ottimizzare quello a sua disposizione. Ma soprattutto è uno squattrinato (argomento su cui siamo ancora più ferrati).

E’ così che nasce la “Guida galattica per autostoppisti”.

L’autostoppista infatti è il povero tra i poveri. O il tirchio tra i poveri, dipende. Chiamiamo quest’ultimo risparmiatore per evitare incidenti diplomatici di sorta.

Ma stavamo parlando della “guida”; essa è quindi un fondamentale tomo ricco di nozioni culturali e indicazioni sui migliori ristoranti della galassia.

Sulla sua copertina, la prima regola fondamentale per il viaggiatore dello spazio: “Non fatevi prendere dal panico”, reazione papabile per un individuo che si trovi faccia a faccia con l’immensità e la varietà del cosmo.

Il fatto che la maggior parte delle informazioni in essa contenute sia erronea non è che un dettaglio.

Una meravigliosa pentalogia di romanzi il cui punto di forza non risiede tanto in un filo narrativo centrale, che è assai elementare, quanto in ciascuna delle sue frasi.

Esse sono espressione di una tale stupidità che è impossibile non farsi scappare continue risatine del genere “ehehehehehehe”, accompagnate da relativo movimento lievemente sobbalzante delle spalle.

La fiera della demenza, ma in senso positivo. Non c’è niente di più sano di una risata.

Va detto, se è vero che i primi libri sono splendidi e brillanti, è vero anche che gli ultimi, pur rimanendo letture di qualità, perdono un po’ di smalto e sono decisamente più poveri di humor.

Il volume è una raccolta di cinque libri (originariamente episodi per la radio); vi è quindi la possibilità di godersi tutte insieme le avventure di Arthur Dent e  Ford Prefect, ma ritengo a posteriori che la scelta di affrontarne uno alla volta  porti ad una maggiore godibilità dell’opera, anche perché rappresentano una piacevole pausa da letture magari più impegnative.

Ho appena scoperto che dal primo romanzo: “Guida galattica per autostoppisti”, è stata tratta una versione cinematografica datata 2005 e avente come protagonisti Martin Freeman e Zooey Deschanel. Amo questi due attori e amo la guida. Tempo poche ore e avrò tirato un pedatone a libri e appunti di preparazione del prossimo esame in favore della visione del film, me lo sento.

A tutti i lettori, un saluto dalla Terra, pianeta “praticamente innocuo”.

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